Uzzo e Ninetta

9 Aprile 2012
2 minuti di lettura

La storia d’amore più bella del mondo

Oggi l’idea di un amore “perfetto” non ce l’ha quasi più nessuno… sembra qualcosa di troppo lontano che appartiene ad un passato forse troppo distante da quegli ideali che oggi dominano sulla nostra concezione dei valori.

La storia che ho ascoltato dai miei nonni mi ha fatto capire che l’unica cosa che serve per essere felici è proprio l’amore, un amore che nasce nel febbraio del 1947 in un teatro comunale durante una serata danzante di carnevale.

Comincia il racconto mio nonno e non ho nemmeno voglia di interromperlo per porgli le domande che avevo preparato, perchè ogni particolare di quella storia mi affascina così tanto da portarmi con l’immaginazione in quel bellissimo teatro con le tende di velluto bordò, l’orchestra che suona, l’aria di festa, il profumo di rose e, soprattutto, l’espressione di mia nonna quando vide presentarsi un bel giovane che le porgeva la mano chiedendole di ballare per poi, nascosta dietro il suo sorriso imbarazzato, accettare l’invito. Riuscivo a sentire le loro risate quando mi raccontavano che si divertivano a ballare la “quadriglia”, un particolare ballo francese in cui tutte le coppie, formato un cerchio e capeggiate da un giullare, facevano strane figure.

La mia immaginazione si interrompe quando, come un’ombra, torna la realtà. Una realtà che vede mia nonna promessa ad un altro uomo di un’altra classe sociale, come quella a cui lei apparteneva, mentre al contrario mio nonno era un semplice operaio. A quel punto interviene mia nonna che mi dice che quando si trova l’amore è difficile stargli lontano, è impossibile pensare di perderlo per sempre. Così, in gran segreto, si fidanzano, ma poco dopo le famiglie di entrambi lo scoprono e fanno di tutto per ostacolare la loro bella storia. In fondo un operaio che futuro poteva dare ad una ragazza che era già stata promessa ad un finanziere? Mi sono rattristata al sentire mio nonno che mi diceva di essersi sentito disprezzato per il suo lavoro.

Così, il 24 Giugno del 1950, decidono di fare la “fuitina” e da Noto vanno a Palazzolo presso un’amica, dove rimangono una notte.

L’indomani mattina fanno ritorno a Noto e in seguito allo scandalo che avevano generato si organizza il matrimonio tra loro che avrebbe avuto luogo il 16 Luglio dello stesso anno. Così, immaginando mia nonna nel suo vestito azzurro e mio nonno nel completo color caffè, mi rendo conto che il loro matrimonio non rispecchiava esattamente il cliché del “giorno più bello della vita”. Mio nonno si dispiacque molto del fatto che sua madre ed i suoi fratelli non parteciparono, ma il fatto di avere accanto la donna che amava e che lo avrebbe reso felice tutta la vita addolciva la durezza di quella realtà.

Nonostante il modo in cui è partito il loro è stato, e continua ad essere, un matrimonio felice.

Alla domanda: “Se poteste tornare indietro rifareste le stesse cose”, tutti e due rispondono con un sorriso: se certe scelte portano a qualcosa di bello, tornare indietro e poterle rivivere esattamente allo stesso modo sarebbe ciò che desidererebbe ognuno di noi.

 Tua nipote Martina

Nicola Randone, alias Art, è Scrittore, musicista compositore, leader della band Randone con all'attivo 7 cd ed 1 dvd LIVE sotto edizione discografica Electromantic Music. Qui pone frammenti di vita, espressioni dell'anima, lamenti del cuore ed improbabili farneticazioni intellettuali.

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