Doveri

4 Ottobre 2007
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2 minuti di lettura

Ognuno di noi stila classifiche di priorità relative a doveri e piaceri, delineandone identità e caratteristiche.
Inutile ricordare che il successo professionale tocca spesso chi ha dato priorità ai doveri, è vero anche che alcuni piaceri possano giovare al raggiungimento della realizzazione individuale (vedi arte e passioni in genere); tuttavia unitamente alla realizzazione (per chi ha la fortuna di conquistarla), è facile che sopraggiungano elementi di insoddisfazione generale non calcolati, in quanto l’uomo ha bisogno di vicinanze affettive e MAI si può essere FELICI nel solo rapportarsi con se stessi (vedi i casi di insoddisfazione negli uomini di spettacolo). Di contro chi dedica la propria vita al piacere (ad eccezioni di casi molto rari), è spesso vittima di forti insoddisfazioni e, a lungo andare, rischia di smarrire la comprensione del senso della vita… insomma, due posizioni che all’eccesso portano comunque all’alienazione.
A tal punto mi chiedo: quali sono quei doveri da tenere in estrema considerazione? E quale enigmatico legame esiste tra il dovere e il piacere?
Di sicuro ognuno di noi definisce i propri doveri in base al contesto culturale e sociale in cui vive: un religioso mette al primo posto il dovere verso dio, un medico la vita del proprio paziente, un magistrato o un poliziotto il rispetto verso la giustizia (o almeno così dovrebbe), una madre la cura per il proprio figlio, un musulmano… mmm, qui meglio tacere!
Alcuni doveri sono imposizioni create dal nostra sistema sociale, altri li forgiamo sulla base della struttura morale della nostra mente, in entrambi i casi possiamo sentirci schiavi dei nostri doveri, o liberi di poterli modellare a nostro piacimento e per la nostra soddisfazione personale.
Nel caso in cui non si riesca a delineare il proprio scopo nella vita, ogni individuo ha il DOVERE innato di imporsi dei doveri, che questi siano accompagnati da gioia perchè fonti di soddisfazione, o con noia perchè DOVERI imposti: ogni piacere è strettamente legato alle responsabilità che abbiamo verso noi stessi e verso gli altri, e nella nostra struttura sociale tale responsabilità e fortemente richiesta, pena: l’emarginazione.

Provo adesso a redigere la mia personale classifica di priorità a cominciare dai doveri principali.
Il primo è l’attenzione verso noi stessi e verso gli altri, binomio indissolubile per raggiungere la serenità e l’equilibrio interiore: quando siamo in grado di essere VICINI agli altri, questi fanno lo stesso per noi (se abbiamo scelto bene), di conseguenza stiamo bene con noi stessi; in tal modo raggiungiamo anche il piacere (felicità/serenità)!
A seguire la soddisfazione professionale/personale, che porta inevitabilmente ad altri piaceri (realizzazione personale/felicità | denaro/potere/rispetto); ma entro quali limiti confinare quest’ultima? E’ corretto lasciare che assorba al massimo le proprie energie nella corsa sfrenata verso un obiettivo che muta sempre forma?
Riguardo questo aspetto la mia posizione è netta: la soddisfazione professionale è un bisogno squisitamente individualistico che, seppur si coniughi bene col dovere di soddisfare noi stessi, nei suoi eccessi è assolutamente alienante, agisce demolendo il bisogno di contatto col prossimo e concede piaceri effimeri (materiali) e passeggeri, seppur inizialmente allettanti (soldi, prestigio, potere).

In sintesi ecco i miei gradini di priorità:
è un dovere godere della compagnia della persona che AMI, giorno dopo giorno, ed INEBRIARSI di quell’incantevole serenità che solo un cuore pieno d’amore può trasmetterci; è un dovere ESSERE CAPACI di cercare la serenità nell’abbraccio di un AMICO ed ascoltare qualsiasi voce giunga alle nostre orecchie, per sentirla intimamente come espressione di quella creatura meravigliosa che è l’uomo; è un dovere assoluto PRENDERSI CURA DI SE’ STESSI, del proprio corpo, della propria mente e della propria salute… quando verrà a mancare, non ci sarà piacere o dovere di cui si possa godere; è un dovere partecipare alla vita della propria FAMIGLIA, con entusiasmo, con spirito di appartenenza completo, con la partecipazione che esige tale entità terreno/metafisica che regge le sorti dell’universo degli uomini; è un dovere cercare la SODDISFAZIONE PROFESSIONALE, ma con la conciliazione dei doveri appena menzionati.
Che ne pensate?

Nicola Randone, alias Art, è Scrittore, musicista compositore, leader della band Randone con all'attivo 7 cd ed 1 dvd LIVE sotto edizione discografica Electromantic Music. Qui pone frammenti di vita, espressioni dell'anima, lamenti del cuore ed improbabili farneticazioni intellettuali.

1 Comment

  1. la priorità è il benessere di ognuno. il fatto che è ognuno ha una priorità differente e tale priorità la cambia a seconda dei momenti della vita. Se va tutto bene in amore si tuffa sul lavoro e se il lavoro va bene e allora aggiustiamo l’amore, cioè non per tutti e così, per alcuni. ma credo che la priorità sia la stima di se stessi.

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