Mercoledì 28 Novembre 2001

28 Novembre 2001
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Oggi non scrivo perché ho qualcosa da buttare fuori, né perché devo sfogare quest’angoscia alla quale sto pian piano abituandomi, scrivo solo perché non mi va di dimenticare questi momenti, questa ricerca disperata di Dio e le profonde motivazioni che mi portano a “dover” (??) o “voler” credere alla realtà “materiale” della vita interiore. Ultimamente mi chiedo troppo spesso perché vivere; perché affannarsi così tanto… lo scopo è di certo raggiungere qualcosa, ma “cosa”?! Un lavoro fisso che possa permetterci di mangiare e quando vecchi di crepare serenamente?! O forse la corsa alla realizzazione dei propri ideali e desideri che il tempo, come ogni cosa, provvede a cancellare e rinnovare di continuo. Che senso ha la vita materiale, la vita su questa terra.

Adesso capisco veramente perché le persone si mettono insieme fanno figli e costruiscono famiglie… perché insieme si sente meno il peso di questa insensatezza, insieme si può fronteggiare con le proprie armi interiori l’inutilità di una vita pratica e scontata, insieme con chi ha le tue stesse esigenze… o no, aspetta un attimo… non è necessario che l’altra persona sia come te, si può anche convivere rispettando i vicendevoli desideri e bisogni… ma sempre fino ad un certo punto… eccomi, sto tornando a Giulia, più cerco di non pensare a lei e più torna tra le righe di ogni mio pensiero.

A questo punto ti racconto quello che è successo domenica scorsa. Dopo essere stato in ospedale per la nascita di Lorenzo ed aver raccolto tutto quell’insieme di sensazioni che poi ho cestinato senza remore, la stessa sera mi è toccato andare al pub da Gianni in compagnia di Rics, Tano, Salvo e il papà (Mauro) sapendo che avrei trovato anche Giulia. L’ho fatto per Mauro perché non avrei mai accettato una situazione simile quindi, armato di buona volontà e con la ferrea convinzione che non avrei neppure dovuto guardarla in faccia se non per salutarla, sono andato. Forse l’ambiente, forse il saluto affettuoso di Carla, una ragazza che pur non conoscendo molto mi affascina tantissimo, forse ancora lo sguardo allucinato di Giulia che mi fissava come se fossi il suo amore di sempre, mi hanno reso più spavaldo e forte, lucido e brillante. Dopo quasi un’ora ci siamo alzati con Rics e siamo andati via salutando tutti, la musica che suonava il pub quella sera era dei Pink e credo che la cosa abbia risvegliato in Giulia una nostalgia fortissima dei tempi andati, capirai tutto fra un po’.

Con Rics siamo andati in un locale di amici a distruggerci il cervello come si deve, quella sera mi sentivo un leone. Poi il colpo di scena: verso le 2:30 suona il cellulare… era lei: Giulia. La sua voce dolce e spaventata mi chiedeva cosa intendessi nella poesia dedicata alla croce blu: Giulia era lì, davanti la croce, che chiamava me e sembrava desiderare con tutte le sue forze che la raggiungessi. Le ho detto di non muoversi, che sarei arrivato in 3 minuti al massimo. Ho riagganciato, mi sono congedato dai ragazzi e sono letteralmente scappato, non saprei spiegarti l’agitazione che avevo dentro a parole: c’era un misto di preoccupazione, di forte affetto, di gioia per il fatto che mi aveva chiamato, anche di curiosità. Qualsiasi persona furba avrebbe già meditato una strategia per non farsi vedere ancora “preso” dalla storia, perché di sicuro Giulia aveva subito uno shock a causa della mia indifferenza sia in ospedale che al pub. Naturalmente, non essendo io una persona furba, giunto alla croce l’ho subito abbracciata, le ho detto che le volevo un gran bene, che l’amavo, l’ho baciata e lei si è lasciata baciare, l’ho stretta forte a me e poi… poi lei ha ricominciato a fare i soliti discorsi: non potevamo tornare insieme, troppe difficoltà… ha osato anche sostenere che io non ero innamorato realmente di lei, ma di sua sorella… KATZ, ma come… ha osato dire che stavo con lei solo per scoparmela… KATZ, va beh che forse sono sempre stato un po’ troppo passionale, ma non ho mai “scopato” diamine, e lei lo sa… sa bene che so capire il significato del “fare l’amore” e che accetto solo quel tipo di rapporto intimo… perché si è convinta così, perché!!

Beh, è inutile che menta a me stesso, di sicuro sono legatissimo a Giulia, la amo profondamente e le voglio un gran bene però… non so se sia giusto stare insieme, non so se riuscirei ancora ad accettare il fatto che ha un figlio, non so se riuscirei ad accettare ancora il suo pragmatismo e il suo scarso trasporto, il suo modo d’amare così pratico così umano. Di questo mi condanno: sono un idealista e idealizzando non concepisco staticità in un rapporto. Se penso a lei, ai suoi baci ed alle sue carezze, alle serate passate abbracciati davanti la Tv, dei viaggi che abbiamo fatto ad Amsterdam, a Venezia ed Udine, alle isole Eolie, ai concerti che abbiamo visto… mi sento triste, così triste che non riesco ad accettare questa separazione. Gli amici parlano di abitudine, che i bei tempi sono passati e non torneranno più, che ho bisogno di rinnovarmi, di recuperare il rapporto con me stesso. Sigh! Se non fossi così fottutamente bloccato piangerei, piangerei per buttare fuori tutta questa tristezza perchè la mia, caro diario, è tristezza. Non sai quanto vorrei che Giulia cambiasse, che io cambiassi, che ci trasformassimo in una coppia perfetta… vorrei con tutto il cuore essere perfetto per lei e lei perfetta per me, sarei disposto a fare qualsiasi cosa, a rinunciare a tutto perchè l’amo… kazzo, l’amo! Ed è un amore che non capisco più perchè la mente non l’accetta, è un amore che sa solo fare male, che si nutre di libidine e di ricordi, è un amore bastardo figlio di nessuno. Ora chiedo a Dio, da queste pagine… perchè farci così, perchè darci questa coscienza. Si dice che ogni esperienza è fonte di saggezza, ma quando negativa uccide qualcosa dentro, io e Giulia abbiamo ucciso il nostro rapporto, abbiamo ucciso una possibilità per Luca di avere un padre, abbiamo ucciso la possibilità di avere un figlio insieme, la possibilità di invecchiare insieme. E’ stata una svolta, ma chi può dire adesso cosa accadrà a lei e a me, forse io troverò una mia dimensione nella musica e nella letteratura come già facevo prima ma lei, lei cosa farà senza di me… vivrà da sola, si farà qualche avventura, magari sposerà una persona che la ama davvero con tutti i suoi difetti e che accetterà suo figlio senza problemi. Sono preoccupato per lei, troppo preoccupato, ed in questa preoccupazione consiste la ragione più grande per la quale desidero di tornare insieme a lei, proprio questo desiderio di protezione nei suoi confronti è il segno più grande del mio amore.

Cos’è successo dopo essere stati insieme alla croce?! Tutto è tornato come prima, l’indomani sono andato da lei e l’ho trovata ancora convinta delle sue idee di sempre, come quel mercoledì, se le avessi chiesto di tornare insieme mi avrebbe abbracciato e detto di no, ed io avrei vomitato, come ho fatto mercoledì. Invece le ho detto che potevamo restare amici perché sentivo di volerle troppo bene, e sentivo che anche lei lo desiderava tantissimo. Ma qualche minuto dopo il cuore non era più d’accordo, “amici mai” si dice in questi casi… sono tornato da lei e le ho detto: tutto come prima, non chiamarmi, non telefonarmi, non scrivermi e-mail, lascia che ti dimentichi.

Tristezza, angoscia, qualche spruzzettino di bile nel water ma conoscevo già la sensazione, mi ci sono abituato in fretta e sono stato meglio. Gli amici si stringono intorno a me, mi aiutano, mia madre anche, la musica mi è sempre vicina e mi fa stare bene, poi tu mio caro diario, ed il mio sito. Adesso sento però di dover riconoscere una cosa: Giulia ha il coraggio che io non avrei mai avuto. In quanto idealista io non sarei mai riuscito a decidere di troncare di netto una storia, avrei tentato di recuperare, di trovare delle soluzioni, mai avrei accettato il fallimento. Giulia da brava donna pratica si, il fallimento è riuscita ad accettarlo, o almeno così pare. Il primo mese il contatto con se stessa è stato talmente esaltante che è riuscita a stare senza di me, poi ha ceduto. Intanto le notizie che mi arrivavano sul modo in cui passava le serate, tra il reggae (aargh) e l’alcool, mi hanno svelato un’immagine di lei che tentavo ad ogni costo di isolare. Non è la ragazza per me, lo so… ma l’amo, e devo soffrire come un cane fin quando il cuore non si rassegnerà.

La mia paura più grande sta nella possibilità che lei mi richiami, che mi gridi il suo amore e mi “costringa” a tornare con lei, che la mia ragione non possa frenarmi… ecco perchè non devo vederla nè considerarla, ecco perchè non posso andare a lavoro. Forse dovrei cercare un’altra, giusto per non pensare a lei e sfogarmi almeno sessualmente… ma non mi sembra giusto.

Dove sei Dio, perchè per un pò non ti immergi nel nostro mondo e vivi la nostra vita, perchè non sveli il significato dei nostri sentimenti, perchè lasci che 3 anni di amore si dissolvano nel nulla senza lasciare traccia… perchè non rimane traccia dell’intensità dell’amore dopo che passa, l’uomo si abitua come un animale alle nuove condizioni, e si abitua anche ad un altro tipo d’amore. Tutto questo contribuisce solo a rendere la vita meccanica, schiava di un determinismo e di una necessità nelle cose dal quale non possiamo sottrarci. Si vive e si muore: alla morte non c’è scampo quindi si deve accettare; si ama e si odia: se uno dei due non ama più, allora l’altro devo odiare per liberarsi del suo amore. Non mi va, proprio non mi va… tutto questo non coincide con la mia idea pura della vita, non voglio bruciarmi e diventare egoista come i ragazzi, non voglio precludermi dal provare ancora un amore così grande come quello che ho provato per Giulia.

Non so come andrà a finire con Giulia, con Dio, comunque vadano le cose, mi ci abituerò: l’uomo si abitua a tutto perchè deve sopravvivere… e che kazzata.

neri, nero
ritratto
di ignoto
pittore

energie, energia
corrente di forza
che ingenera il cuore

ragazza, donna
bisogno chimico
non indispensabile
forse utile

amore, amori
non per se stessi
ma per il mondo e Dio
colore tra i colori
luce fra le luci
cui adesso chiedo
di non celarsi
solo dietro il dolore

scrivo ancora
per non pensare
sogno spesso
per sentirmi vivo
vivo e reale
come si agita dentro
quel colore senza luce
riflesso di un amore vero

Nicola Randone, alias Art, è Scrittore, musicista compositore, leader della band Randone con all'attivo 7 cd ed 1 dvd LIVE sotto edizione discografica Electromantic Music. Qui pone frammenti di vita, espressioni dell'anima, lamenti del cuore ed improbabili farneticazioni intellettuali.

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