Lettera familiare di Natale

27 Dicembre 2018
3 minuti di lettura

Mia cara Giuliana, è trascorso un anno esatto da quando ti ho consegnato la lettera che ti ha fatto piangere il Natale scorso, quella dove ti riassumevo tutto quello che abbiamo vissuto dal giorno in cui ci siamo incontrati a quello in cui hai scoperto di aspettare Corrado Santiago.

E’ trascorso un anno e tante cose sembrano essere cambiate: è nato il nostro splendido bambino, abbiamo avuto i primi battibecchi riguardo alcune decisioni importanti (ed è bastato un piccolo scazzo per farmi temere che saresti scappata a Palermo con mio figlio), ci siamo sposati a Caceres con tutti i nostri amici e dalle profondità dell’anima mi è giunta voce che alcuni dei mie sentimenti svolazzanti (perché è difficile contenere quegli entusiasmi che ti fanno tornare indietro di 20 anni) sembrano essersi accomodati da qualche parte nel muscolo pulsante a mettere radici, al contrario di quegli altri che invece continuano ad uscire dai numerosi orifizi per guardarci da fuori e rientrare poco dopo, attirati dalla condizione ideale nella quale mi trovo da qualche tempo a questa parte.

Adesso ti starai chiedendo il perché di queste audaci metafore: aggettivi come svolazzanti o radici, riferiti ai sentimenti, potrebbero apparire come connotati negativi ma che vuoi farci, le vie di mezzo mi sono sempre state antipatiche e poi, a dirla tutta, il fatto che ciò che provo per te stia mettendo radici è un fatto che ritengo assolutamente positivo per il futuro della nostra famiglia: se la nostra promessa è stata quella di prenderci cura l’uno dell’altro fino alla fine dei nostri giorni, quale migliore baluardo se non un sentimento che si salda in profondità.

Dopo le doverose premesse mi appresto a spiegarti le ragioni per le quali mi ritrovo alla vigilia di Natale a scriverti un’altra lettera, mentre tu ti arrabatti in cucina a preparare il cibo per il primo Natale a casa nostra. Le ragioni principali, oltre al semplice piacere, sono due: la prima è di darti qualcosa da leggere stasera prima di addormentarti che faccia da regalo di chiusura, la seconda è che, trattandosi del nostro primo Natale in famiglia, sento il bisogno di lasciare un pensiero a caldo da ricordare con affetto quando saremo vecchi e stanchi o da prendere ad esempio se dovessimo più tardi scordarci quanto siamo felici insieme.

Una cosa che già sai è che costruire una famiglia non era sicuramente tra le mie aspettative d’esistenza, non perché non lo desiderassi ma più semplicemente perché non era arrivata la persona giusta. Con te mi sono ritrovato a dire “Ti amo” a distanza di qualche settimana e ho tardato solo perché il Secco mi ha fatto il lavaggio del cervello dicendomi che dovevo farlo dopo di te (senza questo spauracchio te l’avrei buttato addosso già dalla prima sera, quando sei arrivata a casa nostra col cane da guardia).

L’amore è difficile da spiegare mia amata Giuliana, ognuno lo descrive a modo suo: io ad esempio lo sento come uno scoppio di tenerezza, un moto dell’animo di quelli che ti entusiasmano al punto tale da voler riempire di 100 baci la faccia di chi te lo causa, quel delicato incanto che ti teleporta al centro di una supernova, con relativa iperossigenazione del cervello, una danza psichedelica improbabile e coloratissima che si rivela all’interno degli amatissimi occhi tuoi quando mi fermo a fissarli a lungo.

Mi torna in mente il nostro matrimonio quando ti osservavo venire verso di me accompagnata da tuo padre, pronta a sposarmi, mentre io ero in uno stato mai sperimentato fino a quel momento ove l’aspetto che saltava subito all’occhio degli astanti, erano i muscoli della faccia tesi in un sorriso che non mi sarebbe sparito dal viso neanche se avessero sganciato una bomba nucleare a pochi metri dalla Chiesa. Rivedendo nel video e nelle foto la mia faccia deformata a quel modo mi ha dato prova di come un semplice sentire possa modificare la fisiognomica di un uomo al punto da renderlo simile ad un cinese, chissà per quale strana ragione continuavo a vedere con gli occhi stretti in quel modo hahahaha.

Fra qualche ora prenderemo parte alla tradizionale cena di casa Randone ed anche se apparentemente non si direbbe, mi sento molto emozionato a viverla con te e Corrado Santiago: è il nostro primo Natale da famiglia in famiglia, un posto magico dove le preoccupazioni si dissolvono e dove l’amore è sovrano indiscusso. E’ incredibile come ad un essere umano basti così poco per sentirsi realizzato, crediamo di aver bisogno di realizzarci professionalmente, di acquisire potere e denaro, di essere i migliori quando la vera felicità arriva nel modo più semplice e soprattutto alla portata di tutti a patto che si sia disposti ad abbandonare i piccoli egoismi, sforzandosi di essere se stessi senza artifici ed aprirsi con fiducia al prossimo.

E quindi grazie mia amata Giuliana per avermi scelto e grazie di averci dato Corrado Santiago: il dono più bello che una famiglia possa mai ricevere. Grazie per la tua dolcezza che mi riscalda il cuore ogni giorno e grazie di sopportare i miei cento difetti: so che non è facile.

Buon Natale amore mio ed ancora 100 di questi giorni.

Nicola Randone, alias Art, è Scrittore, musicista compositore, leader della band Randone con all'attivo 7 cd ed 1 dvd LIVE sotto edizione discografica Electromantic Music. Qui pone frammenti di vita, espressioni dell'anima, lamenti del cuore ed improbabili farneticazioni intellettuali.

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