Lettera a Totò

19 Settembre 2013
3 minuti di lettura

Pubblico una lettera di qualche anno fa scritta da una persona che non conosco che tuttavia è riuscita ad evocare il ricordo di un amico che non è più tra noi e che non ho avuto la fortuna di conoscere bene quanto meritava; è a lui che ho dedicato Benjamin qualche tempo fa e sono felice di regalargli questo piccolo tributo a distanza di qualche giorno dal triste anniversario che lo riguarda.

R.I.P Totuccio

Ciao Antonio

Non avrei voluto vederti oggi ma hai deciso così.

E come farti cambiare idea con la testaccia dura che hai…

Oggi, improvvisamente, ho rivissuto tutte le cose che abbiamo fatto e che mi hai insegnato. Ricordo bene la prima volta che ti ho visto: ero all’Arà, facevo il karaoke e ho notato questa persona in giacca che elegantemente sorseggia un bicchiere di Jameson senza ghiaccio. Sul tavolo un accendino Zippo in argento ed un portasigarette sempre in argento. Ti guardavo con ammirazione. Arriva la cameriera, ti porta un altro Jameson ed esci dalla tasca un porta soldi sempre in argento. Chicchissimo.

Non ricordo più come ma incominciammo ad uscire sempre assieme. “Sempre” nel periodo in cui stavi ad Ispica. Non sai stare spesso nello stesso posto. Anche se amavi Ispica ti piaceva spostarti e viaggiare. Ero felice di aver trovato una persona dai mille interessi e passioni, proprio come me.

Sei stato tu a farmi appassionare all’informatica ed a internet. Mi hai venduto il mio primo pc. E, anche se non ci conoscevamo proprio benissimo me lo hai venduto a rate. Rate sulla fiducia. Senza nessun documento. E per un anno ti ho portato 150 mila lire al mese. Chi oggi farebbe una cosa del genere?

Ricordo quando mi hai spiegato i vari livelli di importanza che si potevano dare ad un nodo della cravatta: nodo piccolo = persona poco importante, nodo grande = persona importante e davanti a me ti facevi un nodo enorme! Ricordo durante le nostre partite a carte con Ciccio, Gianluca, Michele ed altri, il tuo modo divertente di pescare l’ultima carta dal mazzo.

Modo che ancora mi porto appresso.

Molto di quello che oggi sono è nato in quel periodo.

Mi hai insegnato a prendere decisioni con mille dubbi in mente, il tuo modo sempre diverso di approcciarti con gli altri “A secondo di chi hai davanti” dicevi, l’amore per la musica e l’arte in genere: eri uno dei pochi che riusciva a farmi piacere qualsiasi cosa solo sentendotela descrivere. Se non fosse stato per te non avrei mai visto “The Rocky horror picture show”.

E poi parlavamo di politica (fascistone che sei), macchine (la prima Maserati che ho guidato è stata la tua!) vino, olio, religione, spazio… “A persone come noi non serve la laurea!” dicevi. Intelligente come pochissimi, parlavi e sapevo cosa dicevi, mai a vanvera, mai noioso, ma sempre arrogante e altezzoso fino a farmi antipatia. Ti ricordi… chi di sabato sera sarebbe tornato da Modica a casa mia solo per controllare nell’enciclopedia il nome dello scopritore della librazione lunare attorno alla terra? Tante gare di cultura, musica (e grazie per avermi fatto ascoltare Pourple Rain e Pat Metheny), di conoscenza e di filosofia.

E le donne… ore passate a parlare di donne: la mia filosofia contro la tua. Tutt’oggi ti do ragione, ma non del tutto.

Oggi ci siamo visti dopo tanto tempo con Giulia, eravamo dietro la tua bara, e dopo tutto questo tempo mi sono chiesto “Ma è lei o non è lei?” Mi sono fermato, non ho avuto nemmeno la forza di andarci ed abbracciarla.. è venuta lei, dopo anni che non ci vedevamo:

“Ciao Josè”

“Ciao Giulia”

“Ti ho pensato tanto”

“Anch’io”

“Ci vediamo”.

E’ bellissima e dolce come sempre.

E ti ricordi quando ho mandato a quel paese quella ragazza “solo” perché non sapeva parlare bene l’italiano? Ti sei ammazzato dalle risate e ti sei complimentato con me!

Ci siamo divertiti e sono cresciuto tanto.

Penso che tutti abbiano avuto qualcuno, una persona di passaggio nella nostra vita che ci ha dato tantissimo. Ecco, tu sei un una di queste.

Avrei potuto dirtelo mentre eri in vita, ma tanto lo sapevi già.

Hai scelto di finire così. Bene testa dura.

Presuntuoso e religioso come sei immagino quando vedrai Dio come ti comporterai: farai l’arrogante come al solito del tipo “Ma Tu chi sei per dire quando deve morire un uomo? IO decido dove e quando morire” o l’Antonio religiosissimo che ama gli animali e gli altri, sempre dietro al Padre alla Croce, illuminato, pentito ed umile?

Mi viene da scegliere la seconda, ma nel tuo caso…

Ciao Antonio

Mi mancherai amico mio

Josè Giuseppe Bellisario

Nicola Randone, alias Art, è Scrittore, musicista compositore, leader della band Randone con all'attivo 7 cd ed 1 dvd LIVE sotto edizione discografica Electromantic Music. Qui pone frammenti di vita, espressioni dell'anima, lamenti del cuore ed improbabili farneticazioni intellettuali.

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