Rospi si agitano nello stagno dei pensieri
l’acqua salmastra dei rimproveri
li strappa alla vita con crudele ironia:
non sei tu ad essere qui con me.
Ogni uomo raccoglie il cadavere di chi ha ucciso
io lo lascio lì, agonizzante
ed aspetto ch’esali l’ultimo respiro:
il desiderio d’abbracciarlo è veleno per la mia anima
Rubo al tramonto un pezzo di colore
e dipingo il mio volto con i segni del guerriero
perchè non debba ricordare ogni momento la mia fragilità
mentre la terra sta accogliendomi come cibo per lombrichi
Strappo al sole una linea di luce
ed ho vergogna e rimorso per la mia solitudine
ma è bene che la lumaca indirizzi il suo cammino
ove l’erba è verde
e non certo a consolare un fiore che avvizzisce
Continuo a sperare
benchè la mente dissenta
ma cosa può il freddo calcolo
sul feroce desiderio del cuore che
malauguratamente
ancora ama;
cosa può un piccolo ragno sperduto in un prato
sulle terribili fauci assetate di gloria
della lumaca