Impotenza

1 Febbraio 1998
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Lei era lì, splendida come sempre, e in più era completamente nuda: stava al suo fianco, sotto le morbide e calde coperte di un letto a due piazze. Quante volte lui aveva pensato a quel momento, lui che ancora non aveva avuto alcun rapporto con una donna, lui che era sempre stato un innamorato deluso.

E adesso lei era lì, lei, la ragazza che più lo aveva affascinato negli ultimi due anni, forse l’unica ragazza che si fosse davvero accorta di lui, proprio così, finalmente lei era lì, nel suo letto, e aspettava, aspettava.

Aspetta che? Si domandò lui, e mentre nella sua testa si affollavano questi pensieri pian piano svaniva il desiderio, pian piano i suoi pensieri si allontanavano sempre più da ciò che più di ogni altra cosa al mondo desiderava in quel momento. Cercava mille risposte a quella strana sensazione di ridicolo che lo accompagnava, mentre lei tentava invano di risvegliare le sue voglie duramente soppresse. Lui pensava intensamente a lei, ai suoi seni, alle sue labbra che soli bastavano ad eccitarlo, e si chiedeva se non fosse che quell’altra cosa, beh, insomma, la cosa delle donne, non avesse rappresentato qualcosa di troppo grande per lui, qualcosa di inesplorabile… o forse erano quegli strani pensieri sull’uomo bestia, sul fatto che nell’atto sessuale non ci distinguiamo da qualsiasi altro animale sulla terra, forse la razionalità e l’istinto umano stavano cercando in qualche modo di soffocare quel bisogno istintivo che cercava solo di unire due persone anche sul piano fisico, insomma sembrava come se tutte le paranoie di questo mondo gli stessero addosso come un grosso masso, pensava che tutti quegli anni in cui aveva sempre guardato al sesso come qualcosa di bestiale lo avessero pian piano cambiato senza che lui potesse rendersene conto, cominciava a sentirsi anormale e la dolcezza con cui lei lo accarezzava non bastavano a sollevarlo a strapparlo da quella terribile sensazione di impotenza; si, di impotenza, e pensare che lo stesso giorno aveva visto un servizio in televisione proprio su quella malattia che, nel suo caso, aveva sicuramente origini di natura psicologica. Cercava di tornare indietro nel tempo per rintracciare le cause di quel blocco e pian piano si accorgeva di essere realmente lui la causa di tutto e pensava che sicuramente non avrebbe avuto alcun problema se avesse potuto risolvere i suoi problemi con I., la donna che lo aveva coinvolto in quel rapporto che ingenuamente aveva definito col termine di SuperAmore, amore senza sesso, giacché sesso era solo sporcizia e lordura per lui, seguace di un’ideale che si era costruito su misura, la migliore scusante per non legarsi troppo, per non dover essere costretto un giorno a ritrovarsi schiavo di una persona solo in virtù di un unione fisica. Eppure, non aveva mai avuto di questi problemi: a 18 anni aveva tentato in tutti i modi di fare all’amore con la ragazza e, anche se lei si era rifiutata, tutto sembrava funzionare regolarmente. Lei si accorse ben presto delle difficoltà del suo uomo e fu colta dalla paura di essere la responsabile, che non riuscisse ad essere abbastanza intraprendente o affascinante. Gli disse se non fosse il caso di rivestirsi e non pensarci più. Lui si decise a parlare, a dirle tutto quello che sentiva dal profondo del suo cuore, e questo perché l’amava e riusciva a percepire le sue paure e i suoi pensieri come lei faceva con i suoi, le chiese di immaginare una sorta di se stesso ideale che aleggiava sulle loro teste e che, di volta in volta, gli faceva notare i suoi pensieri negativi, e cosa avrebbe dovuto fare per rendere il tutto il più naturale possibile senza forzare nulla. Cominciò a parlare e pian piano si sentì sempre più avvolto da una strana sensazione di benessere e di tranquillità, come se ciò che avesse vissuto prima, fosse stato qualcosa da attribuire ad un brutto sogno, un sogno che al risveglio aveva lasciato tanta amarezza e un fortissimo senso d’imbarazzo. Mentre parlavano, lui si accorgeva della sua straordinaria intuizione e brillante intelligenza, sembrava che d’un tratto stessero venendo fuori tutte le buone qualità di quella ragazza, qualità che quando stavano insieme normalmente erano sempre sublimate da quel che di trasgressivo aveva sempre accompagnato il suo modo di essere. Lei lo consolava, riusciva a dirgli le cose che lui voleva sentirsi dire, dava spiegazioni senza chiederne, stava donandosi completamente. E adesso riusciva a guardarla non come un pezzo di carne buttato sul letto, adesso poteva guardarla come una donna, come la donna della quale si era innamorato, e sapeva, sapeva che doveva solo aspettare, aspettare che questa immagine si facesse sempre più nitida giacché bastava un attimo di distrazione perché quella sensazione fuggisse, non sapeva perché, forse non era abbastanza innamorato di lei o forse lo era troppo. Ad ogni modo, capì che doveva aspettare di rilassarsi completamente e di lasciar fuggire da sé tutte le paranoie e i pensieri che stavano sciupando, un momento che aveva aspettato per troppo tempo. Ben presto la voglia e il desiderio di lei tornarono con prepotenza, il rapporto si consumò in breve tempo con tanta passione e dolcezza. Poi i due si accesero una sigaretta e parlarono per un’ora buona prima di tornare a casa.

L’effetto di quei momenti, quella splendida sensazione che si prova quando si sta con una donna, come se la testa fosse sgombra da ogni pensiero e non esistessero i problemi, quando sembra di avere la forza di risolvere qualsiasi impedimento e il reale resta confinato in una dimensione che non interferisce più coi pensieri della coppia, passò dopo che lui la accompagnò a casa, quando si ritrovò solo in macchina con i suoi pensieri. E per tutta la notte non poté dormire, non sapeva se avesse risolto davvero il problema, non capiva perché propri lui avesse dovuto vivere il rapporto in quel modo, forse si era abituato a non avere più niente dagli altri, forse era davvero troppo timido e non voleva accettarlo, o forse era semplicemente impotente.

E ancora non sa capire se sia davvero stato così bello come nel sogno, un sogno in cui due corpi viaggiavano in un tunnel spaziale fatto di luci meravigliose e di benessere e alla cui uscita dona spazi immensi dove la luce splende e dove, in basso, si possono ammirare le forme fisiche dei due che si agitano.

Nicola Randone, alias Art, è Scrittore, musicista compositore, leader della band Randone con all'attivo 7 cd ed 1 dvd LIVE sotto edizione discografica Electromantic Music. Qui pone frammenti di vita, espressioni dell'anima, lamenti del cuore ed improbabili farneticazioni intellettuali.

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