dio è sceso a fare un bagno ad Acicastello

23 Ottobre 2007
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Ci sono giorni della nostra vita in cui succedono cose che ti restano impresse a fuoco nel cuore. Inevitabilmente, tutte le volte in cui associ ad un luogo delle esperienze dolorose, quel luogo evocherà parte della medesima emozione ogni santo giorno che passi di là.

Uno di questi posti è la piazza principale di Acireale, quella vicino la villa del paese. Quasi 4 anni fa, o forse più, un amico mi ha detto che la mia ex ragazza (da 1 mese) stava con un altro (da poco più di 2 settimane). Ebbene ancor oggi, passando di lì, sento una parte di quel dolore annegarmi nel cuore… non penso più a lei, è passato il tempo necessario, il mio cuore si è riempito di altro, però quel dolore è rimasto, ed è una cosa solo mia.

Un’altro di questi posti è il lungomare vecchio di Marina di Ragusa, di fronte ad un locale notturno che adesso si chiama 4 Quarti. Più di 10 anni fa ho sorpreso la ragazza di cui mi ero innamorato (e a cui facevo la corte) baciarsi appassionatamente con un frikkettone. Ho pianto dentro, e tutto il sale delle lacrime mi ha indurito il cuore per 1 anno intero. Ancora, passando di lì, sento una strana inquietudine, e figurati se me ne frega ancora qualcosa di quella donnetta :)

2 settimane fa (o quasi… la mia percezione temporale è parecchio danneggiata) ho creato un altro di questi posti; il dolore è recente, le volte in cui passo da lì con la macchina cerco di uscirne nel minor tempo possibile. Era mezzanotte passata, il cielo nero come pece ed una forte luce sull’orizzonte del mare. Ho pensato: Dio è sceso a fare un bagno ad Acicastello, poi mi sono voltato verso la macchina e ho pensato: per il sangue dell’Eden (ove la donna è dentro l’uomo e l’uomo è dentro la donna) vorrei solo un momento con lei, un momento solo. Ho aspettato 20 minuti che parevano giorni. Per ingannare il tempo mi sono sporto su una roccia a picco sul mare, ho guardato sotto e ho pensato: non è mai un buon momento per morire, anche se non è un buon momento per vivere, e poi c’è pure Dio che sta facendo il bagno da queste parti… Arriva Lei, spegne il motore della macchina, si avvicina: c’era ma non riuscivo a riconoscerla, non parlava ma riuscivo a sentirla… l’ho accarezzata, coccolata, non dovevo… non lo voleva. Sperimentare l’indifferenza dalla persona che ami più della tua anima è una delle cose più orribili che possono capitarti in amore, ti senti piccolo, fragile, indegno, ti fai anche pena.
La luce era ancora lì sul mare e ho pensato: è solo una lampara.

Oggi sono ripassato di lì e ho pensato: è una fortuna che il mondo sia grande, ho pigiato sul pedale e ne sono uscito sgommando.

Mio padre ha pensato: Giancorrado non lo faccio più salire in macchina con lui.

Nicola Randone, alias Art, è Scrittore, musicista compositore, leader della band Randone con all'attivo 7 cd ed 1 dvd LIVE sotto edizione discografica Electromantic Music. Qui pone frammenti di vita, espressioni dell'anima, lamenti del cuore ed improbabili farneticazioni intellettuali.

7 Comments

  1. un abbraccio grande anche a te francesca, queste poesie (quand’è il momento) arrivano dritte al cuore e ci si conforta tutti insieme… aspetto di leggerti

  2. “Sei la mia schiavitù sei la mia libertà
    sei la mia carne che brucia
    come la nuda carne delle notti d’ estate
    sei la mia patria
    tu, coi riflessi verdi dei tuoi occhi
    tu, alta e vittoriosa
    sei la mia nostalgia
    di saperti inaccessibile
    nel momento stesso
    in cui ti afferro”.

    Nazim Hikmet

    A volte sembra impossibile riuscire a rinunciare a quell’inaccessibile che per alcuni frangenti ci appartiene (o così pare).
    Un abbraccio.

  3. Già… hai ragione Kim, bisogna risvegliarsi di tanto in tanto per poi ricominciare a sognare, magari cambiando completamente l’oggetto della nostra illusione oramai smascherata. Riguardo la forza che gentilmente mi attribuisci, in questo momento non me ne scorgo addosso neanche una briciola, magari arriverà col tempo… grazie delle tue parole :)

  4. Magari era dio che voleva che in quel momento tu credessi di vedere una lampara. Non sempre il risveglio da quelle che sono o crediamo illusioni è un male. A volte, gli attimi di lucidità ci servono per riprenderci, per continuare, magari con un dio che ci guarda e sorride pensando: ” e si, mi hai visto, ma ancora non sei pronto”. Se ami non provare mai pena per tè stesso, hai ancora un grande dono e una immensa forza. E’ chi vede sempre e solo le lampare, senza chiedersi mai se siano dio o alieni scesi sulla terra, che perde la possibilità di essere felice.

  5. francesca: il passo che mi hai segnalato è bellissimo, rende tutta la tristezza di questi momenti… la bellezza della poesia sta anche in questo, ci fa sentire tutti vicini in quanto esseri umani.

    altria: aspettare nel dubbio che le cose possano o no andare come speri, diamine, è dura, però hai ragione, l’amore ha un prezzo ed è questa la ragione per la quale continuo ad esorcizzare i miei dubbi in una poesia, in una canzone, in uno scritto sul blog, perchè l’incertezza non mi schiacci al suolo…

    grazie del vostro affetto, a rileggerci presto :)

  6. mettiamola così allora.
    io penso che uno ci deve porvare sempre. pure a costo di una coda tra le gambe, pure a costo di prendersi a calci il cuore. sempre. provare a riprendere in mano le redini di un amore. però. però. fare questo fa male. e può durare poco. se poi ci si rende conto che non serve a nulla non si può star lì a provare e riprovare. è già dura per quello che è. uno può aspettare. ma senza rischiare di marcire. perchè noi non abbiamo prezzo. ma la’amore, cazzo se un prezzo ce l’ha.
    ti abbraccio. non sentirti solo. le cose cambieranno Nico, in qualche modo, nel modo che tu vorresti spero.

  7. “E sto abbracciato a te
    senza chiederti nulla, per timore
    che non sia vero
    che tu vivi e mi ami.
    E sto abbracciato a te
    senza guardare e senza toccarti.
    Non debba mai scoprire
    con domande, con carezze,
    quella solitudine immensa
    d’amarti solo io”.

    Pedro Salinas – La voce a te dovuta

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