Apologia della musica

3 Novembre 2003
1
2 minuti di lettura

Oggi vorrei cercare di spiegare cos’è per me la musica. In questi ultimi anni mi è capitato di aver paura per il fatto di sentirmi profondamente legato a qualcosa di astratto: un mucchio di note su di un foglio, una melodia che al finire ti lascia, solo, coi problemi e le aspettative di sempre.
Ho creduto per molti anni che il legame con una donna potesse comunque proteggermi da quello con la musica ed invece adesso mi trovo a riflettere su come, proprio grazie al legame con la musica, oggi riesca a proteggermi dalla fine del legame con una donna.
Perché, mi chiedo oggi? Cos’ha la musica di così intenso e profondo?

Certi giorni ascolto la musica in una predisposizione d’animo talmente forte che nulla potrebbe ferirmi o farmi male, altre invece la percepisco priva di dinamica, senza emozione, talmente noiosa che mi dà quasi fastidio anche se in sottofondo; questi credo siano i due atteggiamenti tipo di un ascoltatore, ci capita anche con le persone: a volte sentire parlare gli altri è un’esperienza insostituibile, altre invece vuoi startene per i fatti tuoi e non ascoltare nessuno.

Ecco, questo può essere considerato uno degli elementi che legano la musica al più ampio concetto di “comunicazione” tra anime.

Non di rado mi è capitato di non riuscire ad ascoltare un ben determinato genere o canzone per diverso tempo, quasi che quella musica fosse sfuggita ai miei gusti o preferenze. Anche dopo anni mi capita invece di caricare in macchina una compilation di quegli anno, e provare un enorme piacere nell’ascoltare Let it be dei Beatles o Getsemane in Jesus Christ Superstar.
Se rifletto bene su questo, è un po’ quello che ci succede con le amicizie o comunque quelle persone che in passato abbiamo etichettato come non appartenenti al nostro mondo, e che ritrovare dopo tanti anni, ci comunicano sensazioni positive.

Quest’altro elemento lega la musica al nostro essere uomini e, in quanto tali, riuscire ad emozionarsi, anche per un breve periodo, per qualcosa di diverso da noi.

Che dire poi di quando ascolto quella musica che fabbrico io stesso. E’ lì che ho imparato a chiarire meglio a me stesso il vero potere della musica.
Le mie canzoni sono emozioni che mi appartengono dal profondo, ogni nota suonata, ogni parola cantata, sono parte di una mia emozione che, grazie al suono, esprimo in una forma diversa da quella della parola o di un atto fisico.
In tal senso la musica è trascendentale dacchè “pur non derivando dall’esperienza, trova applicazione nell’esperienza stessa”.
Ascoltare musica altrui ti trascina lungo emozioni estranee che possono coinvolgerti o lasciarti indifferente. Durante l’ascolto percepisci non solo i suoni di uno strumento, ma anche quelli del cuore di chi ha composto l’opera, il tutto ove il suono è la forma e la melodia la sostanza.
Per questo la musica può aiutarti a vivere, in essa puoi concretizzare l’espressione più genuina e pura di un’altra anima che ti sta aprendo il cuore, che comunica qualcosa di sé in maniera aperta tramite un mezzo che (questo a mio parere) riesce a dipingere in maniera completa il ritratto del sentire umano.

Quest’ultimo punto, sufficientemente importante da superare i precedenti, è quello che lega la musica al cuore degli uomini, senza falsità, senza ipocrisia ed in maniera totalmente disinteressata.

Questa credo sia anche la ragione per la quale la musica che senz’altro mi appartiene è il progressive, così frenetico e allo stesso tempo pacato, così pieno di passioni: rabbia, dolore, gioia, malinconia… le mie abissali malinconie che, lungo la progressione degli strumenti, si trasformano subito in rabbia e voglia di costruire; la mia travolgente passione per la vita che si mescola al turbinio di arrangiamenti curatissimi in cento e più accordi in perfetta successione tra loro…

Difficile spiegare davvero quello che si prova, è un’esperienza che di sicuro trascende ciò che facciamo normalmente durante il giorno, è la più potente delle droghe, è il mezzo più efficace attraverso il quale conoscere le persone.

Questa anche la ragione per cui, tempo addietro, dissi che la musica che si ascolta è specchio della propria anima.
Nel nostro mondo è facile capire la tendenza comune, basta guardare le classifiche.

Buona giornata a tutti

Nicola Randone, alias Art, è Scrittore, musicista compositore, leader della band Randone con all'attivo 7 cd ed 1 dvd LIVE sotto edizione discografica Electromantic Music. Qui pone frammenti di vita, espressioni dell'anima, lamenti del cuore ed improbabili farneticazioni intellettuali.

1 Comment

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Articolo precedente

una speranza disillusa…

Prossimo articolo

amare è

Le ultime da Diario

cit. da Luna Mancina

“I vissuti emotivi sono sempre quelli più problematici. Contorti e difficili da comprendere. Anche perché l’uomo comprende con la parte razionale non

in cerca di cosa?

Mi sono lasciato alle spalle un vecchio signore col bastone, chiedendomi se potesse essere un segno dall’alto. Oggi inizia la mia battaglia

Carezze e bollini

Un tempo, un predicatore giunse e mi scrisse: misero, di che godi?! Io risposi: fortuna che tu sai come gioire, insegnalo anche
TornaSu